La posizione del Garante della Privacy sulla Violenza a Palermo

Violenza a Palermo, il Garante mette in guardia sulla condivisione del video

Chiunque condivida il video della violenza sessuale dell’episodio avvenuto a Palermo viola la disciplina europea per la tutela dei dati personali. 
Il fatto ha una rilevanza penale ma si rischia anche una salatissima multa (che può arrivare a decine di migliaia di euro.)
Il Garante per la privacy ha rivolto, a Telegram e agli utenti che stanno condividendo il video dello stupro, un avvertimento. 

“Il provvedimento è stato emanato nei confronti di Telegram perché ci risulta che lì gli utenti stanno cercando il video. Ma non è escluso che possa essere allargato ad altre piattaforme”, commenta Guido Scorza del collegio del Garante della privacy. 
Il rischio è che le immagini potrebbero circolare da un canale all’altro.
“Oltre all’aspetto penale della diffusione, quel video è una violazione della privacy. Va contro la Gdpr. Non può essere diffuso al pubblico. Di fatto per la vittima della violenza pubblicazione video è non solo seconda violenza ma rischia di diventare perpetua. Nella prospettiva della ragazza, la pubblicazione di quel video è drammatica. Se non si fermano subito le condivisioni anni sarà costretta a rivivere quella violenza per anni”, aggiunge.

“C’è poi un ulteriore aspetto, anche se più scomodo in questo momento. Quel video è lesivo anche della privacy e della dignità di quelli che oggi sono ancora imputati, per quanto già rei confessi e destinati a una condanna. Il loro reinserimento nella società, quando finiranno di scontare la loro pena, sarà di fatto impossibile”

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